La Corte di Cassazione, con ordinanza 12 giugno 2018 n. 15262, con orientamento recepito dalla L. n. 220 del 2012, in vigore dal 18 giugno 2013, ha identificato il c.d. supercondominio e ha affermato che, per l'esistenza del supercondominio, è sufficiente che i singoli edifici abbiano, materialmente, in comune alcuni impianti o servizi, ricompresi nell'ambito di applicazione dell'articolo 1117 del Codice civile (ad es., il viale d'ingresso, i locali per la portineria, l'alloggio del portiere, i parcheggi, l'impianto centrale per il riscaldamento), collegati da un vincolo di accessorietà necessaria a ciascuno dei fabbricati.
Ora, spetta a ciascuno dei condomini dei singoli fabbricati la titolarità "pro quota" su tali parti comuni e l'obbligo di corrispondere gli oneri condominiali relativi alla loro manutenzione.
Con l'ulteriore specificazione che, laddove esiste un supercondominio, devono esistere due tabelle millesimali: la prima riguarda i millesimi supercondominiali e stabilisce la ripartizione della spesa tra i singoli condomini per la conservazione e il godimento delle parti comuni a tutti gli edifici; la seconda tabella è, invece, quella normale interna a ogni edificio.
Applicabile al supercondominio, quale norma compatibile è, senz'altro, l'articolo 1129 del Codice civile: nel caso in cui facenti parte del supercondominio siano oltre 8 partecipanti, occorrerà la nomina dell'amministratore con tutte le implicazioni conseguenti.
E, nel caso in cui anche gli altri edifici siano composti di oltre 8 partecipanti, anche questi ulteriori condomini dovranno nominare il proprio amministratore.
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